martedì 17 gennaio 2012

UNO SGUARDO AI PRODOTTI A KM 0

Nel momento in cui acquistiamo frutta o verdura ci siamo mai chiesti quanto costa a  madre Natura, nel corso del suo ciclo vitale, quello specifico alimento? Che impatto ambientale ha?
Capisco benissimo che non è domanda così scontata da porsi ma credo che sia opportuno fare due riflessioni.

Discutevo, tempo fa, con un impiegato della Coldiretti di questo argomento e lui stesso mi ha indirizzato verso alcuni studi fatti dalla stessa associazione.
Uno studio in particolare indica che, se una famiglia scegliesse solo prodotti locali e/o di stagione, il risparmio netto annule relativo alle emissioni di CO2  potrebbe arrivare a 1000 chili.

Il risparmio, così calcolato, per ogni famiglia potrebbe aggirarsi all’incirca dagli 80 ai 100 euro a mese.
Quando scegliamo prodotti a  km 0 la nostra decisione cadrà, ovviamente su prodotti locali.
“Pensa globale, mangia globale” è lo slogan lanciato dalla Coldiretti a favore dei prodotti locali.
Il noto sociologo Zygmunt Bauman, nel libro Globalizzazione e glocalizzazione (Armando editore, 2005 ) parla del fenomeno, appunto, della Glocalizzazione.

Questo concetto è ripreso da un termine nato negli anni ottanta in Giappone, rianalizzato  dal sociologo inglese Roland Robertson negli anni novanta, ed in seguito definitivamente sviluppato da Zygmunt Bauman.
La glocalizzazione ritiene che il fondamento della società in ogni epoca è stata ed è la comunità locale, l'interazione degli individui, organizzati in gruppi sempre più allargati, presenti su un territorio.
La glocalizzazione pone, al centro della sua "filosofia", l'individuo, la persona umana, il patrimonio locale materiale e immateriale della persona e del gruppo di appartenenza.

Navigando in internet mi sono imbattuto in diversi dati che indicano una diminuzione delle importazioni di prodotti dall’estero a favore di un aumento dell’uso dei prodotti locali.

L’impronta carbonica.

Passiamo ora all’analisi di un concetto chiave.
Una costante richiesta delle associazioni dei consumatori è quella di etichettare i prodotti con la loro impronta carbonica, ovvero sulla quantità di  CO emessa durante il suo ciclo vitale.

Alcune nazioni si sono fortemente sensibilizzate all’argomento: Sarkozy ha voluto l’ètiquette carbone , etichettatura che per ora in Francia è in via di sperimentazione solo su un campione di prodotti.
Il problema in alcuni casi riguarda sia le aziende minori, le quali sostengono di non poter documentare o , per lo meno, calcolare le loro emissioni; ma anche le aziende più grandi, le quali tendenzialmente adottano già sistemi ecocompatibili riducendo o azzerando il loro interesse in materia.

Attualmente solo la Svezia si è dimostrata virtuosa, infatti segnala già dal 2009 questo importante parametro.
In Italia, invece, è l’azienda vitivinicola di Salcheto di Montepulciano (SI) ad aver riportato sul etichetta l’impronta carbonica.
Il risultato è che per ogni bottiglia da 750 ml il valore dell'impronta carbonica è di 2,02 kg riparti in questo modo: per un terzo in costi per le attività commerciali come il trasporto, un terzo per la produzione del vetro e per il confezionamento ed il terzo finale per l’uso dei concimi e del gasolio per i vari macchinari.

Questa moderna ed efficiente azienda di produzione vitivinicola merita lode : la dipendenza energetica dai normali ed usuali sistemi di distribuzione si sta riducendo ai minimi termini.
Secondo alcuni dati, se questi metodi di approvvigionamento dell’energia fossero applicati su scala nazionale, le sole azienda vitivinicole contribuirebbero ad una riduzione delle emissioni di anidride carbonica di circa 2,3 milioni di tonnellate.

Un altro concetto, utile alla nostra causa, è quello del food miles ed è nato nel 1990 nel Regno Unito.
E 'stato ideato da Andrea Paxton, che ha scritto un documento di ricerca il quale ha utilizzato il termine per descrivere la distanza che il cibo percorre dalla fattoria dove si produce alla cucina in cui è consumata.
In media, il cibo viaggia tra 1.500 a 2.500 miglia (4.000 km) ogni volta che viene consegnato al consumatore.

La distanza percorsa dai prodotti è aumentata del 25% nel 2007 rispetto al 1980.
Alcuni studiosi ritengono che l'aumento è dovuto alla globalizzazione degli scambi, a  drastici cambiamenti nei modelli di consegna, all'aumento degli alimenti trasformati e confezionati.
Altri affermano che la maggior parte delle emissioni di gas serra creato dal cibo hanno la loro origine nelle fasi di produzione, che creano l'83% delle emissioni complessive di CO2.

Il dato calcolato da Coldiretti è impressionante:  in territorio italiano un alimento, prima di arrivare a tavola, percorre in media 2 mila kilometri.
Se una famiglia, sempre secondo Coldiretti, consumasse prodotti a km 0 il risparmio annuale sarebbe di circa 1000 kg di anidride carbonica.

Fermiamoci però un attimo: quanti km percorrerà invece un alimento a km 0?
Abbiamo notato che un frutto proveniente dal Sud America o dal Africa centrale percorrerà migliaia di km, ma un prodotto locale?
Il Consiglio dei Ministri, attraverso un DDL del 1 marzo 2010, dispone che la distanza massima tra la produzione e la vendita di un prodotto km 0 debba essere al massimo di 50 km.
Attualmente il mercato in questo senso è stato solo stimolato dalle leggi regionali (il Veneto in primis) che identificano il prodotto a km 0 con i prodotti regionali e che destinano il 20% dei mercati, con vendita al dettaglio, agli imprenditori agricoli.

Da un punto di vista nutrizionale la principale chiave di lettura dei prodotti vegetali “locali”  sta nei tempi di trasporto ridotti.
Questi prodotti, raccolti al momento giusto e subito messi in commercio, sono in grado di garantirci un profilo nutrizionale migliore per via della mancata diminuizione dello spettro vitaminico.
Il prossimo passo a livello nazionale è l'approvazione di una legge che renda uniformi i mercati italiani.

Quello che posso consigliare al momento è di fare la spesa dai contadini locali!
Il guadagno sarà doppio: salute personale e ambiente che ci circonda ci ringrazieranno !!!

Voglio infine segnalare due link, tra i tanti, che trovo molto interessanti:





Nessun commento:

Posta un commento