venerdì 5 ottobre 2012
Dottor Maiullari Nutrizionista: FANNO BENE GLI SCOZZESI AD AMARE IL PORRIDGE ?
Dottor Maiullari Nutrizionista: FANNO BENE GLI SCOZZESI AD AMARE IL PORRIDGE ?: Questo articolo nasce da un lungo dialogo, avvenuto giovedì scorso su skype, con un mio collega medico che da poco è stato in Scozia per...
giovedì 4 ottobre 2012
FANNO BENE GLI SCOZZESI AD AMARE IL PORRIDGE ?
Questo articolo nasce da un lungo dialogo, avvenuto giovedì
scorso su skype, con un mio collega medico che da poco è stato in Scozia per
qualche mese.
Mi parlava, tra le altre specialità gastronomiche, del
porridge e della passione degli Scozzesi per questa preparazione: sbirciate
questo link http://www.lacuochinasopraffina.com/cosa-cucino/porridge-come-si-prepara-per-una-colazione-anticellulite/1379
.
Il porridge è un alimento in "momento gastronomico" fondamentale al quale non si rinucia mai: la colazione.
Questa specialità è una
piccola zuppa con la consistenza della polenta a base di avena, si consuma calda, con un pizzico di sale, a
volte anche con zucchero di canna e del latte cremoso.
Una delle massime degli scozzesi su questo alimento è “il
porridge si attacca allo stomaco e ti spazza bene le budella”, niente di più
vero: ha tempi di digestione lunghi, ha un’adesione alle pareti
gastro-intestinali molto forte e quindi un elevato potere saziante.
Un recente studio
ha confrontato soggetti che utilizzavano
a colazione porridge e altri che mangiavano altri alimenti tra cui, fette
biscottare integrali o crossaints.
Risultato? I
“porridgiani” consumavano un terzo in meno delle calorie a pranzo: NON MALE !!!
Il profondo senso di sazietà risiede nella fibra contenuta
nell’avena.
L’importantissima fibra è la parte strutturale delle piante,
dei cereali, della frutta e degli ortaggi; non può essere digerita dagli enzimi
del nostro apparato gastrointestinale e quindi non ci apporta nutrimento.
Esistono due tipi di fibra: la solubile e l’insolubile.
La cellulosa è il tipico esempio di fibra insolubile mentre
la pectina, particolarmente presente nella frutta,.
PARTIAMO DAL CONCETTO GENERALE: nessun alimento fa miracoli
( cosa che spesso si sente vox populi o in tv).
Alimenti come l’avena portano solo benefici al nostro corpo:
abbassa i livelli di colesterolo, diminuisce la pressione arteriosa e
contribuisce a tenere sotto controllo l’evoluzione del diabete.
La passione generale per l’avena nasce circa 10 anni quando
diversi studi iniziano analisi mediche dettagliate sulle eccellenti proprietà di questo alimento.
Dopo averlo solo considerato come cibo per animali l’uomo ha
iniziato a vedere il lato nutrizionale e pratico dell’avena!
Occhio a quanto segue!
Il betaglucano è “la fibra dell’avena”: assorbe acqua
nell’intestino formando un impasto che intrappola il colesterolo e una parte di
acidi biliari.
Poiché questi acidi derivano dallo stesso colesterolo, la
rimozione dall’apparato digerente costringe l’organismo a sinterizzarne altro
con una netta diminuzione di questo lipide.
C’è però un limite: troppa avena determina eccessiva
produzione di gas da parte dell’intestino.
Per ridurre il colesterolo del 5% sarebbe necessario
ingerire circa 3-4 gr di betaglucano.
E dove si trova questa quantità di betaglucano?
Nell’arco della giornata dovremmo assumere:
- · una porzione da colazione di cereali tipo All bran
- · una porzione di pasta di semola
- · una porzione piccola di legumi o 1-2 frutti
La riduzione del colesterolo espressa in termini del 5% è
molto significativa in quanto contribuisce a ridurre un possibile attacco
cardiaco del 10%.
Altra importante capacità dell’avena è quella di ridurre la
pressione arteriosa.
Un recente studio ha paragonato i risultati di un gruppo di
pazienti che consumava 5 grammi di fibra solubile al giorno sotto forma di
preparati di avena, tra cui il porridge mentre un altro gruppo mangiava cereali
in generale con un contenuto in fibra molto basso.
Il gruppo “dell’avena” fu in grado di smettere di prendere
il farmaco nel 50% dei casi.
Il meccanismo attraverso il quale l’avena apporta questo
notevole benefico è legato alla secrezione di insulina.
Dopo un pasto aumenta la produzione di insulina: se questi
aumenti sono frequenti, la produzione di questo ormone può diventare meno
efficace e il corpo ne deve produrre sempre di più.
Questo maldestro meccanismo è l’insulinoresistenza :
auguratevi che il vostro medico non pronuncia mai questa parola in riferimento
al cambiamento, o meglio al peggioramento, del vostro stato di salute.
Perché?
Nella maggior parte dei casi l'insulinoresistenza
caratterizza diverse condizioni patologiche come ipertensione, obesità e
sovrappeso, steatosi epatica , dislipidemie in generale e, non poteva
mancare,aterosclerosi.
Con un importante e costante utilizzo di fibra il rilascio
di insulina viene rallentato perché è rallentato, in generale, l’assorbimento
dei principi nutritivi degli alimenti.
All’interno dell’avena è, inoltre, contenuta una famiglia di
antiossidanti poco considerata: l’avenatrammidi.
Svolgono una forte attività anti-radicale sono quindi in
grado di proteggere efficacemente la matrice dermica (collagene, elastina,
acido ialuronico GAG, …).
Oltre ad avere una forte pubblicità in ambito dermatologico,
le avenatrammidi hanno importantissima capacità di impedire al formazione del colesterolo
LDL di ossidarsi e quindi di danneggiare la arterie.
Buon porridge e buona avena a tutti !
lunedì 1 ottobre 2012
IL THE' VERDE E LE SUE PROPRIETA'
Il tè verde è una delle bevande che
si stanno diffondendo maggiormente in Occidente, in virtù dell’alto contenuto
di sostanze antiossidanti.
Questa tipologia di thè deve
essere composta esclusivamente da foglie di Camelia sinesis e durante la
lavorazione non debbono subire alcuna ossidazione.
Il
consumo mondiale di thè colloca questa bevanda al secondo posto: dei 2,5
milioni di tonnellate di tè che si producono a livello mondiale, il 20% è
rappresentato da tè verde (il 78% da tè nero, il 2% da tè Oolong).
|
La caratteristica principale è alto contenuto in polifenoli,
presenti sotto forma di flavonoidi.
Alla categoria dei flavonoidi appartengono le catechine (catechina,
epicatechina, gallocatechina, epigallocatechina, epicatechina gallato,
epigallocatechina gallato), sostanze con elevata funzione antiossidante.
Contenute soprattutto nel thè ed in modo particolare in quello verde, dove
rappresentano circa il 20-30% del peso a secco, contribuiscono a sostenere le
funzioni cardiache e concorrono al mantenimento di un buono stato di salute.
La quantità di catechine contenuta in questa tipologia di thè è la piu’ alta
tra le diverse varietà.
Ulteriori fonti di catechine sono rappresentante dal cacao, dal cioccolato e
dal vino ;
sono inoltre ben rappresentate anche nel regno vegetale (frutta e verdura).
L'attuale interesse per i benefici legati al regolare consumo di thè
verde e dei suoi estratti è in gran parte legato alla presenza di queste
sostanze.
Il ruolo delle catechine è di bloccare l’azione dei radicali liberi, sostanza nocive derivanti da molteplici reazioni all’interno del nostro corpo che possono danneggiare le proteine ed il DNA (favorendo l'insorgenza dei tumori) ma anche la formazione, l'infiammazione e la rottura delle placche di colesterolo che minano la salute delle arterie e dell'intero organismo (i cosiddetti ateromi).
L’azione antiossidativa può essere diretta o indiretta: in quest’ultimo caso le catechine del thè verde potenziano l’azione della vitamina E.
L’attività antiossidante sembra esplicarsi attraverso l’inibizione degli
enzimi pro-ossidanti (lipossigenasi, ciclossigenasi e xantina ossigenasi) e
tramite l’induzione di enzimi antiossidanti (glutatione-S-transferasi e SOD).
L’azione antitumorale sembra esplicarsi attraverso: inibizione della DNA topoisomerasi I e II; decremento
dello sviluppo di specie ossigenate; arresto del ciclo di proliferazione cellulare;
decremento dell’espressione di geni
antiapoptosi (Bcl 2); incremento
dell’espressione di geni apoptotici .
Si deve sottolineare inoltre, come il trattamento combinato con EGCG e
farmaci antitumorali di routine (per esempio tamossifene) induca morte
cellulare programmata in percentuale maggiore rispetto alla monoterapia.
Un nuovo studio
pubblicato sull’American Society of Nutrition, documenta che le componenti
antiossidanti presenti nel te verde possono aiutare la perdita di grasso
addominale indotta dall’esercizio fisico.
In passato, alcuni
ricercatori avevano anche suggerito che le catechine potrebbero anche essere di
aiuto nella perdita di peso.
"The
Journal of Nutrition" ha pubblicato i risultati di uno studio che collega il
consumo di bevande contenenti catechine del tè verde (625/mg/die) ad un diminuizione massa grassa persa attraverso dall’esercizio fisico e
allo stesso tempo ad un miglioramento del profilo lipidico.
Attraverso altri studi specifici, si è visto che l’EGCG induce
apoptosi ( è il nome scientifico per indicare morte cellulare
programmata) in diversi tipi di tumore: leucemia, melanoma, cancro alla
prostata, allo stomaco, al colon, al polmone.
Non consumate thè verde in bottiglia,
preparatelo in casa perché i necessari processi industriali priveranno il thè
di quasi tutto il suo potere.
Iscriviti a:
Post (Atom)